mercoledì 10 giugno 2009

MISSILI E SENATO. GHEDDAFI (FINALMENTE O PURTROPPO) IN ITALIA

Forse doveva succedere prima o poi. Gheddafi è in Italia, in questo preciso istante. Accolto da capo di Stato. Ancora in dubbio un suo intervento al Senato.
Lui, nel nostro Senato. Un militare golpista e poi dittatore. Infine terrorista e adesso statista riconosciuto. Interlocutore prezioso. Una parabola impressionante, nulla da dire. Legata senza dubbio a tante riforme popolari come l'innalzamento del salario minimo o il sequestro di tutti i beni degli italiani, celebrato ogni 7 ottobre come "giorno della vendetta".
Poi venne la ricchezza del petrolio. I soldi all'OLP, il ripristino della sharia, gli ammiccamenti all'IRA. Lockerbie.

Quest'uomo nel nostro Paese, nel nostro Senato. Muammar al-Qadhafi, il colonnello pentino. Il vecchio amico. Quello che ci ha lanciato un missile e che ci ha chiesto i soldi per le 4 autostrade di cui è riuscito a dotare il proprio paese in 40 anni. Quello che adesso è amico dell'America. D'altronde si sa: la politica ha memoria breve.

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