lunedì 18 maggio 2009

STATI GENERALI DELL'EXPO 2015

Formigoni annuncia la proposta di organizzare gli Stati Generali dell'Expo 2015 perché la manifestazione possa "riacquistare la sua dimensione popolare proprio come accadde un anno fa quando, dopo la vittoria parigina, a Milano ci fu una grande festa. Ascolteremo tutti e a tutti illustreremo le nostre idee». E quando dice tutti, il presidente della Regione Lombardia, intende davvero tutti: associazioni, movimenti, mondo della cultura e dell'economia, enti territoriali e istituzioni. Durata dei lavori prevista? Cinque anni. Vale a dire fino alla fine dell'Expo. La proposta di per sé non è per nulla malvagia, come testimonia il coro di consensi provenienti da più ambiti politici. Di certo un'iniziativa che potrebbe dare uno scossone a una macchina organizzatrice che da ormai un anno viaggia a rilento impantanata in questioni come la dimensione degli emolumenti destinati a CDA e manager Soge o l'ubicazione della sede della società che gestirà l'appuntamento del 2015. Ma non dovrebbero già esistere modalità e luoghi di incontro tra tutte le diverse espressioni della società civile? Non sarebbe forse un creare un doppione di tutto il carrozzone? Non è forse questo un potenziale ostacolo al procedere più fluido e fruttifero della preparazione all'Expo, obiettivo che tutti dovrebbero auspicare alla luce delle querelles a dir poco "provinciali" che hanno caratterizzato questa fase di avvio dei lavori? E soprattutto, quanto costerebbero gli Stati Generali alle casse dell'Expo, quindi, in ultima analisi, alle tasche dei cittadini?

sabato 9 maggio 2009

IL PAPA IN VISITA DA MOSE'

l papa Benedetto XVI è stato in visita ufficiale in Giordania, paese multietnico, dove religioni diverse convivono, seppur con una certa difficoltà, suggerendo al pontefice il leitmotiv del suo viaggio: affermare l'alleanza tra civiltà come alternativa necessaria allo scontro tra le stesse. Un messaggio talmente semplice e trasparente da poter sembrare banale. Va detto poi che non si tratta di un viaggio qualunque. In Giordania ha inizio il primo pellegrinaggio di Ratzinger in Terra Santa da quando il conclave lo ha nominato successore di Giovanni Paolo II. Come per il papa precedente è Amman la prima tappa. Benedetto appare sereno. Organizza una conferenza stampa sull'aereo che lo porterà a destinazione e qui libera la vena politica. Insiste sulla parola pace e sulla necessità di un ruolo attivo della chiesa cattolica per mettere fine al conflitto israelo-palestinese e informa del progetto di aprire un'Università Cattolica ad Amman. Poi dalle alture del monte Nebu partono una serie di riferimenti alla memoria comune di ebrei e cristiani, omaggio a Mosé che da quel logo ebbe la vista della Terra Promessa. Poi nella Moschea, le scarpe ai piedi, esprime il profondo rispetto per la religione musulmana e condanna la manipolazione di ogni fede. Un inizio di viaggio interessante...