martedì 2 luglio 2013

Quando incontrai James Senese

Come molti fanno, potete anche voi chiamarlo figlio della guerra. Concentrarvi sul suo colore di pelle, sul dolore che può averlo condizionato per essere cresciuto senza il padre, militare statunitense che alla fine della seconda guerra mondiale se ne tornò a casa oltre atlantico. Tutti aspetti interessanti quando si vuole cogliere il senso più pieno delle opere di qualunque artista. Oppure potete semplicemente abbandonarvi ai suoi dischi. Di certo, se siete arrivati fino a voler approfondire, potete ritenervi fortunati. James Senese, infatti, appartiene alla categoria dei musicisti quasi dimenticati. La sua pagina wiki è una vergogna. Recita così: "Gaetano "James" Senese (Napoli, 6 gennaio 1945) è un sassofonista italiano". Nient'altro. E invece Senese non è solo un sassofonista italiano. Conoscere la sua musica è una benedizione. Con Franco del Prete fonda i Napoli Centrale e devia completamente dall'autostrada della discografia italiana, per accelerare lungo i sentieri sterrati di un jazz progressive mai sentito prima. Un sound che gode del cantato in napoletano, ritrovando le proprie origini africane.

James Senese l'ho incontrato nel 2009, nel vero senso del verbo. Ero alla notte bianca di Maglie, in provincia di Lecce, agosto inoltrato. Sapevo solo di musica dal vivo nella piazza centrale. Mi vedo quest'uomo un po' buffo a dire il vero, vestito tutto di bianco con una vistosa capigliatura afro. "È James Senese" mi dicono, ah. Il resto lo conservo in questo blog, come sempre, con un video. Ah, dimenticavo, i bassi fanno schifo perchè ero troppo vicino alla cassa... È il bello della diretta.